Pubblicato il 28 Settembre 2023 in Informative fiscali

Forfettari, i dati del quadro RS entro il 30 novembre 2024

Più tempo per trasmettere le informazioni richieste per l’anno d’imposta 2021

Con la collaborazione del Centro Studi Il Sole 24ore

Dopo la pioggia di proteste da parte dei professionisti dei giorni scorsi, arriva una soluzione per evitare la corsa ai ravvedimenti e all’invio delle dichiarazioni integrative del modello 2022 (anno d’imposta 2021). Il tentativo di trovare una mediazione tra gli obblighi informativi sui costi sostenuti dai forfettari da indicare nel quadro RS di Redditi e la necessità di non gravare su intermediari abilitati e contribuenti (mentre è in pieno movimento la giostra della campagna dichiarativa 2023 e le altre scadenze “straordinarie” come l’assegnazione beni ai soci per cui è stata necessario il differimento al 30 novembre 2023) sfocia in un “rinvio tecnico” al 30 novembre 2024 introdotto nel decreto legge Proroghe varato ieri in Consiglio dei ministri. Una soluzione fortemente voluta dal viceministro all’Economia Maurizio Leo, che aveva annunciato di essere a lavoro durante il convegno dell’Adc (si veda l’anticipazione de «Il Sole 24 Ore» di martedì 26 settembre), e su cui è stato ininterrotto il filo diretto con i rappresentanti del Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec).

La chiave di volta trovata per la soluzione tecnica è quella di tendere a un «miglior coordinamento delle esigenze informative» previste da una norma nella legge istitutiva dei forfettari (articolo 1, comma 73, della legge 190/2014), con la disciplina attuativa della delega fiscale (legge 111/2023) in materia di concordato preventivo biennale. Di fatto, i dati richiesti dalle istruzioni al modello Redditi Pf (fin dal primo periodo d’imposta di applicazione del regime: ossia il 2015) e ora sollecitati dall’invio massivo delle lettere di

compliance delle Entrate sulle dichiarazioni 2022 potranno essere comunicati entro il 30 novembre 2024. Un anno di tempo, quindi, per chi non avesse compilato il quadro RS della dichiarazione dello scorso anno, senza quindi la corsa alla dichiarazione integrativa e al ravvedimento operoso. Una scelta che, però, sottintende come le informazioni, pur non incidendo sul calcolo della base imponibile (i costi sono dedotti in base a percentuali prestabilite declinate sui codici Ateco), siano ritenute preziose dall’amministrazione finanziaria. Ciò nell’ottica di far “girare” l’algoritmo del concordato preventivo, il cui debutto è già previsto per il 2024 e che coinvolgerà anche i forfettari.

Ma di quali informazioni stiamo parlando? Guardiamo le istruzioni di Redditi 2023 (su cui comunque, a meno che non intervengano in futuro modifiche, si imporrà una riflessione per chi ha già inviato la dichiarazione senza i dati richiesti). I forfettari che esercitano attività d’impresa sono chiamati a indicare: il numero complessivo di mezzi di trasporto/veicoli posseduti e/o detenuti a qualsiasi titolo per lo svolgimento dell’attività alla data di chiusura del periodo d’imposta (rigo RS375); l’ammontare del costo sostenuto per l’acquisto di materie prime e sussidiarie, semilavorati e merci, inclusi gli oneri accessori di diretta imputazione e le spese sostenute per le lavorazioni effettuate da terzi esterni all’impresa (rigo RS376); i costi sostenuti per il godimento di beni di terzi (rigo RS377); l’ammontare complessivo delle spese sostenute nel corso del periodo d’imposta per gli acquisti di carburante per autotrazione (rigo RS378). Mentre agli autonomi nel rigo RS381 è richiesto il dato globale sui consumi, ossia le spese complessive sostenute nell’anno per: servizi telefonici compresi quelli accessori; consumi di energia elettric

Nel caleidoscopio di norme primarie e attuative, come anticipato, è la legge istitutiva dei forfettari a rinviare al provvedimento delle Entrate per l’approvazione della dichiarazione dei redditi l’individuazione di «specifici obblighi informativi relativamente all’attività svolta».

Fin da Unico 2016 le informazioni erano richieste ma la questione si è posta ora con le lettere di compliance dell’Agenzia per invitare i forfettari che avessero omesso la compilazione del quadro RS di Redditi 2022 a recuperare con la dichiarazione integrativa e il ravvedimento che consente di abbattere le sanzioni. Lettere che hanno da subito provocato una levata di scudi sia dei sindacati sia del Consiglio nazionale dei commercialisti. Da qui l’intervento “d’urgenza” che ha portato alla tolleranza fino al 30 novembre 2024 sancita con il decreto Proroghe.

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